28 gen 2011

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INAIL: Stress da lavoro a carico dell'azienda, solo dopo esami rigorosi




Sul posto di lavoro i carichi di tensione sono, spesso, all'ordine del giorno. Turni troppo lunghi, dissidi con i colleghi, ansia da prestazione, mettono a rischio il benessere dell'ufficio. Dal 31 dicembre, però, le aziende sono obbligate per legge a misurare il livello di stress dei propri dipendenti.

Alla luce delle nuove disposizioni la valutazione del rischio stress correlato è un obbligo a carico del datore di lavoro, che dopo aver consultato i rappresentati dei lavoratori per la sicurezza, deve pianificare un percorso di intervento che comprende l'identificazione di eventuali fattori di pericolo, programmare le soluzioni correttive e monitorarne nel tempo gli effetti.

Secondo le direttive del ministero va fatta una valutazione preliminare in cui vengono presi in esame gli indici infortunistici, le assenze per malattia, le lamentele dei dipendenti, ma anche gli orari di lavoro e le turnazioni. Se questa rivela situazioni di rischio, e se le misure adottate dal datore di lavoro risultano inefficaci, si procede a una seconda valutazione più approfondita, che prevede l'analisi della situazione organizzativa attraverso strumenti come i focus group, le interviste semistrutturate o i questionari. Nelle grandi aziende questo tipo di indagine può essere fatta su un campione rappresentativo di lavoratori.

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