07 nov 2019

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INAIL | Approfondimento sull’esposizione a micotossine aerodisperse




Esistono numerosi studi a livello epidemiologico nei quali sono evidenti gli effetti sanitari dovuti all'ingestione di alimenti contaminati, ma è importante analizzare anche quanti e quali sono gli effetti sulla salute di alcuni lavoratori – in particolar modo gli addetti alla raccolta di cereali, stoccaggio di materiale agricolo, carico scarico e produzione o distribuzione di mangimi - dell'inalazione per esposizione a micotossine aerodisperse o di particelle di polvere contaminate.

INAIL propone sul proprio sito un Fact Sheet molto interessante dal titolo “Esposizione e micotossine aerodisperse: un rischio occupazionale?” nel quale intende approfondire le problematiche connesse con l'esposizione a queste spore fungine e il loro impatto sulla salute occupazionale.

Cosa sono le micotossine

Riprendendo parti del documento, consultabile nella sua interezza a questo link, si definiscono micotossine “tutti i composti tossici prodotti, in condizioni ambientali e microclimatiche favorevoli, dal metabolismo secondario di alcuni funghi filamentosi, meglio noti come “muffe”. Dal punto di vista chimico, il termine [micotossine n.d.r.] indica un gruppo eterogeneo di molecole a basso peso molecolare, rappresentato prevalentemente da alcaloidi, ciclopeptidi, cumarine, strutture aromatiche, fenoliche e terpenoidi.”

Si evidenzia, inoltre, che ad oggi esistono più di 400 micotossine identificate, ma soltanto alcune hanno una rilevanza sanitaria e un impatto sulla salute pubblica. Queste micotossine, come indica il documento INAIL sono:

  • Ocratossina A
  • Fumosine
  • Aflatossine

L'impatto dell'esposizione a micotossine sull'occupazione.

Come visto in precedenza, i lavoratori maggiormente esposti al pericolo derivante da tali agenti chimici, risultano essere quelli occupati nelle industrie alimentari, nella coltivazione o raccolta e manipolazione dei prodotti di origine vegetali, nelle attività di stoccaggio presso silos e magazzini, autotrasportati, produttori e distributori di mangimi animali e, infine, i lavoratori deputati al trattamento di rifiuti e manutentori per macchine per agricoltura, silvicoltura e zootecnica.

In che modo può avvenire la trasmissione di questi agenti chimici? Secondo il documento INAIL, la principale modalità di trasmissione è l'ingestione attraverso il consumo di alimenti contaminati; c'è però la possibilità che i fenomeni patologici possano avvenire anche per massiva inalazione delle particelle contaminate anche se le micotossine, per loro natura, hanno un indice di volatilità basso.

Vi sono anche casi di contaminazione, seppur in misura molto minore, anche per esposizione cutanea, questi soprattutto negli ambienti di lavoro in cui “l'utilizzo di indumenti corti espone ampie aree cutanee alla deposizione del particolato [che] può depositarsi sulla pelle ed essere assorbito”.

Gli effetti principali sulla salute del lavoratore sono effetti immunodepressivi, genotossici e cancerogeni; alcuni studi riportano anche problemi di irritazione delle mucose, danno agli epiteli, effetti endocrinici, reazioni sistemiche, effetti immunotossici e nefrotossici.

Per approfondire al meglio effetti e misure di prevenzione e controllo per combattere il rischio degli effetti dovuti all'esposizione a micotossine, invitiamo il lettore a consultare nella sua interezza il documento a questo link.

 

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