10 nov 2020

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INAIL | Eseguire in sicurezza le prove di pressione condotte su attrezzature in esercizio




La legislazione vigente impone dei controlli periodici sia in fase di fabbricazione che di esercizio delle attrezzature in pressione. Per eseguire questi controlli è assai frequente il ricorso a prove di pressione e collaudo o di tenuta finalizzate all’omologazione/accertamento dell’integrità strutturale e dello stato di conservazione delle attrezzature stesse.

Essendo le parti in pressione di suddette attrezzature dei componenti ed elementi assai delicati e pericolosi, durante le prove esiste sempre la possibilità che accada un evento incidentale causato dalla rottura delle parti stesse. Tale rischio risulta ancora più elevato se le prove vengono condotte su attrezzature le quali, durante l’esecuzione della prova stessa, risultano in fase di esercizio e con lo stesso fluido di processo utilizzato per svolgere i test.

Per questo motivo INAIL mette a disposizione un importante documento utile per tutti i soggetti che sono coinvolti nel delicato processo di verifica d’integrità delle attrezzature a pressione in modo da essere in grado di individuare e valutare assieme ai propri consulenti della sicurezza i rischi derivati dall’esecuzione delle prove di pressione.

Quali sono i riferimenti normativi a cui fa riferimento la guida?

  • UNI EN 13445-5:2015 Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 5: Controllo e prove
  • CEN/TS 764-8:2016 Attrezzature e insiemi a pressione - Parte 8: Prova a pressione
  • UNI/TR 11667:2017 Verifiche d’integrità di attrezzature /insiemi a pressione – Prove a pressione
  • DM 329/2004 Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93.

Abstract del documento

Da punto 1. Premessa del documento INAIL “L’esecuzione in sicurezza delle prove di pressione condotte su attrezzature in esercizio – Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici”

«Tutti i principali codici nazionali e internazionali considerano la scelta della prova di pressione idrostatica quale tecnica di «prima scelta» nell’esecuzione di un test di questo tipo. Nella quasi totalità delle prove di pressione condotte in sede di costruzione tale raccomandazione può essere facilmente soddisfatta in quanto l’attrezzatura può essere predisposta senza particolari difficoltà e con gli opportuni accorgimenti alla prova di pressione che, generalmente, viene condotta con acqua a temperatura ambiente.

Tuttavia, in sede di esercizio l’allestimento di una prova idraulica può essere estremamente problematico in quanto, preliminarmente alla prova di pressione, è necessario valutare l’idoneità e la stabilità delle strutture di supporto rispetto al peso dell’acqua di riempimento, svuotare e bonificare l’attrezzatura; successivamente alla prova sarà inoltre necessario smaltire il fluido utilizzato, eliminare l’umidità residua per evitare l’innesco di fenomeni di corrosione, ecc.

Tali problematiche tendono a divenire sempre più critiche con l’aumentare della capacità dell’attrezzatura. Per queste ragioni, in sede di esercizio, è molto frequente optare per una prova di pressione con gas (o pneumatica) utilizzando, se possibile, lo stesso fluido contenuto nell’attrezzatura. In tal modo si evitano la maggior parte dei rischi prima menzionati ma, per contro, se ne introducono di nuovi quali ad esempio la maggiore pericolosità di questo tipo di test (energia potenziale notevolmente superiore rispetto alla prova di pressione idrostatica a parità di temperatura e pressione, possibile fuoriuscita di fluidi tossici, esplosivi, infiammabili, comburenti) unitamente alla necessità di monitoraggio con altri metodi di Controllo Non Distruttivo (CND) al fine di migliorarne il grado di affidabilità.»

L’intero documento è consultabile gratuitamente da INAIL a questo link

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