12 giu 2018

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Giornata mondiale per l'eliminazione del lavoro minorile




«I bambini sono più vulnerabili e a rischio rispetto agli adulti. Per questo è necessario porre in essere una serie di misure urgenti affinché non ci siano più minori intrappolati in lavori pericolosi». Queste le parole di Guy Ryder, Direttore Generale dell'OIL, nella giornata mondiale dedicata alla lotta contro il lavoro minorile.

Oggi, 12 giugno, infatti è una giornata dedicata a una serie di iniziative atte a combattere quanto più possibile lo sfruttamento dei minori. In particolare oggi ci si dedica alla campagna “Giovani, Salute e sicurezza” che si inserisce nel progetto Generation Safe & Healty organizzato da ILO (l'organizzazione internazionale del lavoro) e che mira a favorire le condizioni necessarie per un lavoro sicuro e salubre per i giovani in età lavorativa.

 

Come ricorda OIL «nel mondo ci sono 73 milioni di bambini intrappolati in lavori pericolosi come miniere, campi, fabbriche o case.»

Ciò che rende pericoloso il loro lavoro sono principalmente le continue esposizioni a pesticidi e altre sostanze tossiche generalmente utilizzati nelle piantagioni e nelle coltivazioni; sono costretti inoltre a trasportare carichi pesanti che comportano inevitabili danni fisici ai loro corpi ancora in fase di sviluppo.

«Non solo la fisicità è messa a repentaglio» ricorda OIL «anche la loro stabilità psicologica e la loro vita in generale può essere compromessa». Questo deriva dal fatto che, vedendosi privati della loro infanzia, questi bambini crescono in condizioni inadatte per uno sviluppo psicologico adeguato.

 

OIL si è da sempre esposta verso i governi mondiali contro lo sfruttamento del lavoro minorile, in particolare portando a compimento delle convenzioni contenenti dei principi fondamentali come quelli contenuti nella Convenzione sull'età minima per l'accesso al lavoro redatta già nel 1973 e la convenzione sulle forme peggiori di lavoro minorile redatta alla fine dello scorso secolo. In queste convenzioni viene fatta esplicita richiesta ai governi di stilare una lista nazionale di lavori pericolosi vietati ai bambini e di farne rispettare tale divieto. La sottoscrizione a questi due importanti scritti, che si battono per i diritti degli uomini e delle donne di domani, ha visto la partecipazione di un gran numero di Stati e ciò riflette il forte impegno dei governi rispetto a questa tematica così delicata e attuale.

 

Da un recente rapporto diffuso da OIL si evince che alcuni particolari rischi professionali come stress ed esposizione a sostanze chimiche, sono ancora più gravi per i bambini di quanto si pensasse in precedenza. Si sottolinea inoltre che, in alcuni casi, lo sviluppo fisico che può durare fino a 25 anni può essere messo a repentaglio a causa di una serie di vulnerabilità che bambini e ragazzi devono superare. Per combattere questi pericoli è necessario che le risposte legislative siano rapide ed efficaci. Perché questo avvenga, però, è importante che ci sia un rapporto costante tra lavoro, istruzione e salute. Una scarsa istruzione aumenta infatti il rischio d'impatto negativo del lavoro sulla salute.

 

I Numeri

Rincuorante il fatto che il numero complessivo di bambini coinvolti in lavori a rischio sia diminuito negli anni, anche se purtroppo questo risultato positivo si limita a fasce di età di adolescenti e giovani, lasciando indietro bambini di età tra i 5 e gli 11 anni; il numero di lavoratori in questa particolare e delicata fase di vita è rimasto pressoché invariato tra il 2012 e il 2016.

Cosa fare nel futuro? L'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile continua a ribadire l'urgenza di eliminare le forme di lavoro minorile promuovendo collateralmente ambienti di lavoro salubri e soprattutto si curi.

L'obiettivo principale è quello di eliminare tutte le forme di lavoro minorile entro il 2025. Una sfida difficile che deve vedere coinvolti tutti in una lotta che porterà sicuramente benefici a tutti.

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