19 ott 2021

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TESTO UNICO | Il Consiglio dei Ministri approva le modifiche al Decreto Legislativo 81/08




Altro deciso passo in avanti del Governo sulla scelta di modificare il Decreto Legislativo 81/08, il cosiddetto “Testo Unico” che da oramai più di dieci anni è il principale riferimento per coloro i quali si occupano della gestione della sicurezza sul lavoro.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando ha spiegato che la scelta di modificare il Decreto Legislativo 81/08 è finalizzata ad incentivare e semplificare la vigilanza sulle attività dedicate alla salute e sicurezza sul lavoro, oltre che per semplificare il delicato coordinamento dei soggetti competenti, i quali devono sorvegliare il rispetto delle norme prevenzionistiche.

Le modifiche proposte

Uno dei primi passi che verranno effettuati riguarda le modifiche del DPCM del 21 dicembre 2007 al fine di permettere l’ampliamento delle competenze dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro all’interno di tutti gli ambiti della salute e sicurezza sul lavoro, aumentandone il presidio su tutto il territorio italiano.

Da questo ne deriva anche la necessità di coordinamento delle Asl e dell’INL per lo svolgimento delle attività in materia di SSL svolte a livello provinciale.

A tal proposito il Governo punta ad un uso più sistematico e funzionale del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (noto come SINP) permettendo quini una maggior condivisione delle utili informazioni in esso contenute.

Aumento di organico per l’INL

Con l’estensione delle competenze dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sarà necessario un rilevante aumento di organico. Le modifiche al Decreto Legislativo 81/08 al momento prevederebbero l’assunzione di 1.024 unità e un investimento di oltre 3,7 milioni di euro per le nuove tecnologie a supporto della vigilanza che verranno impiegati nel biennio 2022/2023.

Anche il Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro vedrà un aumento di organico, il quale passerà dalle attuali 570 unità alle 660 a partire dal 1° gennaio 2022.

Novità sanzionatorie

Partiamo con il dire che gli introiti che deriveranno dalle sanzioni emanate dall’INL andranno a finanziare l’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro destinati all’Ispettorato stesso, così come già ora accade per le sanzioni delle AA.SS.LL..

Anche il comparto sanzionatorio subirà quindi delle modifiche, in particolare si fa luce sul provvedimento sospensivo dell’attività imprenditoriale nel caso in cui venga rilevato il 10% del personale “in nero”, a differenza di quanto accade ora dove il limite massimo dopo il quale veniva adottato il provvedimento cautelare è del 20% del personale. La cosiddetta “recidiva” non sarà più necessaria ai fini dell’adozione del provvedimento sospensivo, il quale sarà subito operativo anche a fronte di gravi violazioni di prevenzione, le quali verranno stabilite con apposito decreto ministeriale.

La nuova regolamentazione prevede poi che, nel caso in cui il provvedimento cautelare venga attuato, l’impresa interessata non potrà più concorrere per lavorare con la pubblica amministrazione per tutta la durata del periodo di sospensione.

Su questo aspetto abbiamo raccolto il parere di alcuni nostri lettori sulla piattaforma social Linkedin con il sondaggio relativo proprio alla scelta del Governo di applicare il provvedimento sospensivo nel caso in cui fossero state individuati degli illeciti gravi in materia di salute e sicurezza; in particolare nel caso in cui si verifichi un incidente mortale sul luogo di lavoro, come aveva anticipato il Premier Draghi nella conferenza successiva all’incontro con Sindacati e Confindustria.
I risultati, che sono consultabili a questo link, riportano un netto disaccordo con questa scelta ritenendo che le soluzioni da adottare, secondo il 65% dei nostri lettori, dovrebbero essere diverse, alcuni suggeriscono il miglioramento degli strumenti già presenti per colpire le aziende poco virtuose in materia di sicurezza, altri pensano ad una maggiore collaborazione tra enti, istituti di vigilanza e aziende stesse al fine di aiutare e incentivare le aziende nella stesura di piani di miglioramento/adeguamento.

Su questo aspetto ci interessa molto l’opinione di voi lettori, vi invitiamo infatti a commentare questa notizia per aprire una discussione costruttiva in merito alle novità del piano sanzionatorio proposto dal Governo. Secondo voi la scelta di attuare il fermo delle aziende nel quale si verificano gravi negligenze a livello di sicurezza sul lavoro è corretta?

 

 

 

 

 

 

Sono presenti 8 commenti alla notizia

Utente Necsi Thomas Ronzan
19 ott 2021 alle 12:43

Personalmente ritengo che le normative e le sanzioni in tema di salute e sicurezza siano già presenti e non penso che un ulteriore inasprimento potrà portare ad un reale beneficio.
Si deve a mio avviso lavorare prioritariamente sulle azioni che possano aiutare gli imprenditori a prevenire gli infortuni, e applicare gli strumenti già presenti per colpire le aziende che non rispettano le normative.
E' un tema complesso ma ci possono essere molti altri modi per provare ad andare in questa direzione!

Giovanni
19 ott 2021 alle 13:11

Perchè dobbiamo inventarci un ampliamento delle competenze dell'Ispettorato del Lavoro? mentre invece si continua a non assumere e fornire strumenti ai servizi delle ASL. Preparare un gruppo organico di tecnici qualificati è un lavoro lungo e impegnativo. In questo modo si peggiora solamente la qualità della vigilanza.
Facciamo funzionare quello che già esiste.

Francesco @Thomas Ronzan
19 ott 2021 alle 14:49

Concordo con quanto sostiene Thomas e cioè la cosiddetta "cultura della sicurezza" non la si raggiunge con l'inasprimento delle sanzioni in tema di salute e sicurezza o chiusura delle aziende. Occorre dotare le aziende che ancora oggi non stanno applicando gli adempimenti previsti dal D.lgs 81/08 dei necessari strumenti magari incentivandole con degli sgravi fiscali se dimostrano di aver applicato le misure di prevenzione e protezione necessarie.

Danilo
19 ott 2021 alle 14:00

Sono d'accordo con Francesco. L'esempio viene dalla Francia dove si danno premi ai capi cantiere che non subiscono infortuni nell'anno precedente nei cantieri da loro gestiti. Ma il tutto non si ferma qui. Lo stato sociale, pur tra i loro problemi è sempre stato più avanzato del nostro. Un esempio: non puoi comprare scale che superano i due metri di altezza: non sono in vendita perché oltre i due metri è pericoloso.

STEFANO
19 ott 2021 alle 16:28

Serve implementare più controlli, se inaspriamo le pene ma non aumentiamo i controlli a che serve? Resterebbe un'altra volta una legge non applicata che purtroppo si aggiungerebbe a mille altre.

Vito
19 ott 2021 alle 18:30

Estendere le competenze a più organi di vigilanza strutturati in maniera completamente diversa aventi formazione diversa (ispettori del lavoro, carabinieri, tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro) e trattamenti salariali diversi che sicuramente non si coordineranno tra di loro per tanti motivi creerà soltanto caos. Sarebbe stato meglio concentrare il personale in un unico organo di vigilanza avente lo stesso percorso formativo e trattamento economico e di carriera.
Immaginate un artigiano che si vedrà "ispezionare/verificare" da organi diversi che detteranno prescrizioni ovviamente diverse a volte contraddittorie. Parlo per esperienza personale.

Giacomo
20 ott 2021 alle 11:07

Io sono dell'idea di iniziare a sanzionare anche i lavoratori e i preposti che non si comportano in modo adeguato e le carenze inizieranno automaticamente a diminuire come gli infortuni più e meno gravi, soprattutto in settori come l'edilizia.

Silvia
21 ott 2021 alle 10:19

Concordo sulla necessità di "cultura della sicurezza".
Concordo con Thomas anche in merito agli strumenti per fare prevenzione.

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