22 nov 2024
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INAIL | Interazione uomo-macchine. L’uso scorretto può essere ragionevolmente prevedibile?
Inail ha pubblicato la ricerca “Interazione uomo-macchina: l’uso scorretto può essere ragionevolmente prevedibile?”, proponendo un approccio di progettazione centrato sull’essere umano per migliorare il benessere cognitivo dei lavoratori.
Con il progresso digitale, siamo sempre più a contatto con strumenti tecnologici in continua evoluzione, specialmente sul lavoro. Attualmente la tecnologia non mira a sostituire l'uomo, ma a supportarlo, migliorando le sue prestazioni. Questo affiancamento, però, può aumentare il carico mentale e introdurre nuovi rischi.
Inail suggerisce quindi di adottare sistemi progettati attorno alle esigenze cognitive e al comfort dell’operatore. Un approccio simile non solo riduce l’affaticamento mentale e i rischi, ma ottimizza l’efficienza della collaborazione uomo-macchina.
Attualmente, la normativa si limita a considerare l’uso scorretto o comportamenti involontari senza offrire soluzioni preventive. La ricerca invita invece a un cambio di paradigma: progettare sistemi che favoriscano il benessere cognitivo, anziché intervenire solo dopo che i problemi si manifestano.
Lo studio evidenzia i limiti della capacità umana di elaborare informazioni e i meccanismi di “economia cognitiva” che influenzano percezione e attenzione. Vengono analizzati fenomeni come mind wandering (la distrazione mentale), effort withdrawal (ritiro dallo sforzo), perseveranza in azioni inadeguate per un nuovo compito e cecità o sordità inattentive, mettendo in relazione questi stati cognitivi con comportamenti involontari o prevedibili dalla normativa tecnica.
Nell’odierna realtà industriale, una progettazione antropocentrica rappresenta un'opportunità concreta per migliorare la sicurezza nell’uso di macchine e attrezzature.
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