03 mag 2024

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UNI | Rapporto Tecnico UNI/TR 11950




Come già rimbalzato su diversi portali, è stata pubblicata la tanto attesa notizia sulla pubblicazione del Rapporto Tecnico UNI/TR 11950 (quindi NON una norma ISO come molti hanno erroneamente asserito) in merito alla “Sicurezza e salute nell’uso degli esoscheletri occupazionali orientati ad agevolare le attività lavorative”.

Un ottimo lavoro del gruppo di lavoro UNI preposto all’argomento, con una ottima raccolta dell’attuale stato dell’arte in merito agli esoscheletri.

Una interessante dissertazione che in gran parte riprende i punti più critici che anche noi citammo nella Necsi notizia di qualche tempo fa (clicca per leggere l'articolo) e  che abbiamo ribadito anche nella prima puntata del nostro podcast aziendale con ospiti il nostro Ingegnere Daniele Moresco e la Dott.ssa Elisa Stivan di DeO  (clicca qui per vedere il video).

 

Sicuramente la UNI/TR 11950 è una lettura interessante i cui punti in assoluto più degni di citazione sono due ed in parte attesi ma inaspettati:

  • Punto 4.1.2.7: Gli esoscheletri occupazionali sono soggetti alla legislazione nazionale vigente ed alle direttive applicabili. Generalmente essi sono immessi sul mercato comunitario europeo come macchine (ricordando che alla data di pubblicazione del presente rapporto tecnico è in vigore la Direttive 2006/42/CE che sarà sostituita dal Regolamento (UE) 2023/1230 da Gennaio 2027).
  • Punto 4.3.3: […] Ad oggi non esistono metodi per la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico in attività assistite da esoscheletri che possono riferirsi a norme tecniche. […]. La UNI ISO 11228-1:2022 riporta nello scopo e campo di applicazione che l’equazione NIOSH e gli indici che ne derivano non possono essere utilizzati per valutare il rischio di un compito di sollevamento in presenza di esoscheletri.

Come è infatti citato nella Rapporto, era già noto dal settembre del 2020 dall’articolo di Luigi Monica, Sara Anastasi e Francesco Draicchio: “OSHA-INAIL, Occupational exoskeletons: wearable robotic devices to prevent work-related musculoskeletal disorders in the workplace of the future”, che l’esoscheletro determina una ridistribuzione dei carichi sul corpo dell’utilizzatore, che dovrebbe essere valutata nel suo complesso. Sarà quindi necessario sviluppare nuove metodologie per valutare il rischio da sovraccarico biomeccanico che possano tenere da conti della complessità dell’interazione uomo-esoscheletro-ambiente in una prospettiva olistica.

Altrettanto degno di essere citato è il punto 4.7: per quanto in letteratura si possano trovare articoli relativi a prove fatte con 30 tipi diversi di esoscheletri, le prove scientifiche positive della loro usabilità sono ancora molto eterogenee e difficilmente confrontabili tra loro, ma sicuramente abbiamo delle prove che la loro usabilità porti dei benefici in situazioni e campi ben precisi.

Per gli esoscheletri a supporto della schiena, per esempio, sono stati testati un campione di 30 lavoratori per 1 mese di utilizzo di tali attrezzature: con il risultato che siano accettati e considerati buoni per il supporto alle attività statiche, ma la loro usabilità in condizioni dinamiche risulta molto scarsa. Test con elettromiografie svolti per massimo 2 settimane di utilizzo su massimo 10 lavoratori del settore automobilistico identificano una riduzione del sollecitamento degli erettori spinali che va dal 12 al 24% con l’uso dell’esoscheletro. Un articolo cita una sperimentazione nel settore alimentare su 10 lavoratori del settore alimentare in due ore di analisi, e hanno evidenziato una riduzione del sollecitamento degli erettori spinali del 40% in sollevamento e del 30% in trasporto con l’uso dell’esoscheletro – invece su 14 lavoratori del settore agricoltura in un’ora di analisi, hanno evidenziato una riduzione del sollecitamento degli erettori spinali del 30% in sollevamento e del 16% in trasporto con l’uso dell’esoscheletro.

Per gli esoscheletri a supporto degli arti superiori, per esempio, sono stati testati per diversi giorni in molti settori campioni diversi di lavoratori che hanno segnalato buone riduzioni della percezione della forza da applicare, con riduzioni segnalate dei fastidi a carico del collo oltre che della spalla. In tutti quelli in cui sono state fatte analisi elettromiografiche su campioni di massimo 14 addetti per massimo qualche ora di raccolta dati, sono state osservate delle riduzioni dei picchi di sollecitazione a carico del deltoide fino al 32% e nel bicipite fino al 50% con l’uso dell’esoscheletro. Sono stati osservati anche picchi di sollecitazioni nel trapezio, con riduzioni fino al 25% di tali sollecitazioni con l’uso dell’esoscheletro. È importante sottolineare che erano tutte analisi fatte su attività molto sovraccaricanti a carico della spalla e del collo in cui la stessa era sempre in posture incongrue anche di importante entità ed il collo era di molto sollecitato (assemblaggio sotto-scocca del settore automobilistico; assemblaggio di pannelli sopra i 2 metri e/o comunque sopra la testa degli operatori nel settore metalmeccanico o edile; spray di prodotti chimici in frutteti; pulizia di soffitti e vetrate).

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