08 giu 2018

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Nanomateriali | Piattaforma europea per conoscerne i rischi




L'evoluzione tecnologica ha portato all'introduzione di materiali sempre nuovi e più performanti. Oggi la grande novità è davvero piccola, nel senso che i materiali che più si stanno studiando e più avranno un impatto rivoluzionario sull'economia mondiale hanno dimensioni pari al milionesimo di millimetro e, per questo motivo, sono chiamati nanomateriali.

I nanomateriali, proprio per la loro maggiore superficie specifica in volume, hanno delle particolari proprietà chimico-fisiche tipicamente diverse dai materiali dai quali sono “generati” – privi quindi delle caratteristiche di nanoscala -  e ciò permette loro di essere applicati in diversi ambiti della tecnologia tanto da averne creato una nuova branca, la nanotecnologia appunto, in continua e rapida espansione.

La nanotecnologia studia di continuo nuove applicazioni per i nanomateriali, sfruttando proprio le loro caratteristiche fisico-chimiche per migliorare le prestazioni di oggetti anche di uso comune. I nanomateriali sono infatti utilizzati oggi in un gran numero di prodotti, come ad esempio batterie, rivestimenti, indumenti antibatterici, cosmetici e persino in prodotti alimentari.

Sicuramente molto interessanti per l'economia mondiale i nanomateriali attirano diversi investitori da tutto il mondo, ma allo stesso tempo possono comportare rischi per l'ambiente e sollevare diverse preoccupazioni per la salute e la sicurezza dell'uomo e degli animali.

In modo specifico, i regolamenti REACH e CLP (ricordiamo che le disposizioni in ambito salute e sicurezza dei nanomateriali rientrano nei regolamenti chimici) non contengono disposizioni particolari, ma risulta assai fondamentale una valutazione e una successiva gestione in modo quanto più adeguato possibile dei potenziali rischi di queste nuove forme di materiali e, benché tutti i soggetti della filiera (fabbricanti, importatori e utilizzatori) debbano garantire l'uso sicuro di ogni sostanza ai sensi del regolamento REACH, questi materiali introducono nuove e interessanti sfide per gli organi di regolamentazione in modo da garantire sempre la supervisione in fatto di sicurezza.

Per questo motivo è nato il progetto SUN – Sustainable NanoTechnologies finanziato direttamente dalla Commissione Europea con oltre 13.6 milioni di euro proprio per rispondere alle varie domande sui rischi derivanti dall'uso dei nanomateriali.

Tra i partecipanti del progetto troviamo tra diversi istituti di ricerca e rappresentati di grandi industrie come BASF (la società chimica più grande del mondo).

Da un'interessante intervista rilasciata al giornale scientifico Galileo dal coordinatore del progetto Antonio Marcomini, professore di Chimica dell'Ambiente all'Università Ca' Foscari di Venezia scopriamo che «il senso di questo progetto è proprio quello di entrare nel merito della valutazione della sicurezza d'uso caso per caso. Lo scopo è arrivare a un utilizzo consapevole che ci permetta di sfruttare al meglio le innovazioni portate da questi materiali riducendo al minimo i rischi per salute e ambiente. In questo senso SUN si propone di valutare, per ciascun nano-materiale, le fasi più critiche del suo ciclo di vita facendo una stima precisa del rischio.»

«Dopo aver raccolto più dati possibili su ogni nanomateriale – prosegue Marcomini parlando delle varie fasi della ricerca – è seguita una seconda fase di elaborazione nella quale abbiamo sviluppato nuovi metodi per prevenire i rischi in una esposizione a lungo termine.»

Il professore spiga poi che sono state anche create delle linee guida per la produzione dei nanomateriali e, in particolar modo, per il trattamento degli stesse istituendo delle buone pratiche di lavoro atte alla prevenzione e alla gestione del rischio.

L'insieme di tutti i risultati e delle valutazioni fatte sono state successivamente riunite all'interno di un supporto decisionale su una piattaforma online chiamata SUNDS.

Il professore sottolinea che il fine di SUNDS è quello di permettere «di guidare le industri, i legislatori, le campagne di assicurazioni e tutte le parti coinvolte nella valutazione del rischio di prodotti e processi che coinvolgono i nanomateriali.»

Il progetto SUN è risultato tanto efficiente da rappresentare la base di altri cinque nuovi progetti già in corso, il più importante dei quali è il CaLIBRAte che ha lo scopo di fornire i modelli gestionali del rischio e va ad affiancarsi al progetto SUNDS che si occuperà della valutazione, mentre CaLIBRAte è si occuperà della gestione del rischio associato all'uso dei nanomateriali.

Insomma, le prospettive di sviluppo per questo tipo di tecnologia sono davvero molte e interessanti. La legislazione dovrà quindi adeguarsi ad una curva di crescita destinata ad essere positiva anche nei prossimi anni.

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