30 mag 2024

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INAIL | ATEX: Rischio di formazione di atmosfere potenzialmente esplosive nella produzione di idrogeno verde




A inizio maggio il Dipartimento innovazione tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) dell’INAIL ha pubblicato un documento intitolato “Produzione di idrogeno verde da substrati organici: un focus sul pericolo di formazione di atmosfere potenzialmente esplosive”.

Il documento inizia ricordando che il Laboratorio X “Sicurezza delle tecnologie per lo sviluppo ecosostenibile” del DIT pone molta attenzione ai processi di produzione di biocombustibili e, in particolare, sostiene che la transizione energetica “potrebbe essere favorita anche dall’utilizzo dell’idrogeno (H2), poiché esso è in grado di immagazzinare grandi quantità di energia all’interno del suo legame chimico”. L’importanza dell’utilizzo dell’idrogeno viene confermata anche dalla Commissione Europea.

Nonostante ciò, l’idrogeno verde è l’unico che viene definito una fonte rinnovabile, dunque che “può contribuire fattivamente alla sostituzione dei vettori energetici fossili”.

Per produrre l’idrogeno verde ci sono due metodi:

  • L’elettrolisi, “in cui si impiega l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili”;
  • La produzione biologica (bioidrogeno), che sfrutta “principalmente la fermentazione di substrati organici”. In particolare, può essere: fotobiologica, utilizzando alghe verdi, batteri fotosintetici o cianobatteri con l’energia luminosa; fermentazione in assenza di luce (Dark Fermentation) che utilizza batteri eterotrofi.

Il documento dedica maggiore spazio alla Dark Fermentation in quanto “rappresenta la tecnologia più promettente ed utilizzata anche perché ben si accoppia alla valorizzazione del carbonio organico di scarto, la cui fermentazione porta alla produzione di idrogeno”. Inoltre, presenta maggiori vantaggi rispetto al metodo dell’elettrolisi, anche se la produzione biologica è un processo ancora non del tutto consolidato.

Nonostante i vari benefici che può portare, c’è il pericolo che attraverso la produzione di bioidrogeno si formino atmosfere potenzialmente esplosive, derivanti da rilasci accidentali.

Il Fact sheet, quindi ha l’obiettivo di evidenziare le criticità e di proporre approcci che “possono risultare particolarmente utili ai fini della corretta classificazione delle zone ATEX (aree con pericolo di esplosione), la quale è un obbligo spettante al datore di lavoro (art. 293, comma 1 del d.lgs. 81/08) e può essere effettuata attraverso i dettami della Norma Tecnica CEI EN 60079-10-1”.

Il documento, quindi, prosegue con:

  • Idrogeno: parametri di esplosività
  • Produzione di bioidrogeno: la valutazione del limite inferiore di infiammabilità della miscela gassosa ai fini della classificazione delle zone ATEX

 

Clicca per leggere il documento e per approfondire il tema!

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