30 lug 2019

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InforMO | Approfondimenti sugli infortuni mortali negli ambienti confinati




Continuiamo oggi la disamina delle schede messe a disposizione da INAIL che analizzano le principali modalità di accadimento degli infortuni mortali suddivisi per aree, dinamiche e fattori di rischio.

Nell’edizione odierna vi proponiamo la scheda dedicata agli infortuni mortali negli ambienti confinati o sospetti di inquinamento.

L’analisi delle procedure di sicurezza relative a questi particolari ambienti di lavoro è un tema sempre più importante anche alla luce degli ultimi dati; in particolare risulta che la frequenza più alta di infortuni mortali si verifica nei settori delle costruzioni (20,5%) e nell’agricoltura-silvicoltura (19,5%), seguite da attività metalmeccaniche, smaltimento rifiuti e acque di scarico, chiude il settore alimentare.

Dal documento InforMO, si evince che oltre il 73% dei lavoratori deceduti in ambienti confinati, apparteneva ad aziende di dimensione compresa tra 1 e 15 addetti. Sono quindi le microimprese quelle più soggette ad infortuni estremamente gravi di questo tipo, più nello specifico risulta che la natura dell’infortunio mortale è legata ad asfissia in quasi il 65% dei casi, mentre si registrano morti per annegamento nel 17,7% degli infortuni.

Passando ora all’analisi dei fattori di rischio, il documento a disposizione porta alla luce il fatto che in poco più della metà dei casi l’esposizione a gas/vapori pericolosi risulta essere la motivazione dell’infortunio. In particolare, quasi il 40% dei decessi avvengono per esposizione a gas/vapori già presenti nell’ambiente di lavoro, mentre il 13% dei decessi si registrano a causa di gas/vapori che si generano nel corso della lavorazione, mentre le cadute dall’alto, o in profondità, pesano per quasi il 25% dei casi.

Un’analisi più accurata evidenzia che tra i fattori più ricorrenti trovano spazio le modalità operative non idonee del lavoratore, organizzazione dei luoghi di lavoro e la mancanza di DPI adeguati.

Il documento elenca inoltre le principali cause di infortunio mortale in luoghi confinati:

  • asfissia per carenza di ossigeno;
  • intossicazione per esposizione ad agenti chimici pericolosi;
  • esposizione ad agenti biologici;
  • caduta dall’alto dell’infortunato;
  • contatto con organi di lavoro in movimento;
  • seppellimento;
  • ustione/congelamento per esposizione a sostanze corrosive o temperature elevate
  • annegamento.

 

È importante che prima di consentire l’accesso di lavoratori ad un ambiente confinato sia possibile effettuare l’attività anche senza accesso diretto all’area, evitando così l’esposizione al rischio, magari con l’uso di dispositivi teleguidati, telecamere, robot, droni eccetera.

Nel caso questo tipo di operazione non fosse possibile, è necessario effettuare sempre un’approfondita valutazione dei rischi al fine di individuare al meglio ogni possibile misura di prevenzione e protezione.

 

Per approfondire la lettura, a disposizione il documento di InforMO a questo link.

 

Sono presenti 2 commenti alla notizia

Zanoli Orlando
30 lug 2019 alle 19:52

Come posso procurarmi il testo?

Utente Necsi Luca Gasparoni @Zanoli Orlando
01 ago 2019 alle 09:41

Buongiorno.
Può utilizzare il link che trova nel testo, subito sopra l'immagine.

Grazie per l'interessamento.
Luca Gasparoni
Marketing e Comunicazione Necsi

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